Sul western all'italiana.
Quelli di Leone sono veri e propri capolavori, specie "C'era una volta il West". Tuttavia il western all'italiana, nella sua veste più seria tipica degli ultimi film di Leone, mi ha sempre lasciato un po' di amaro in bocca. L'amaro era dovuto principalmente all'assenza di indiani nelle pellicole girate a Cinecittà (dovuta penso soprattutto all'impossibilità assoluta di far passare un nativo di Trastevere per un Apache Mescalero o un Sioux sul piede di guerra). La mancanza di indiani porta come corollario anche quella dei bisonti. Se non hai i bisonti non hai nemmeno le grandi carovane dei coloni alla scoperta di un mondo nuovo. E non hai le sterminate mandrie di vacche da portare a Tucson, Abilene, Dodge City o dove diavolo ti pare.
Il miglior western all'italiana, certo non quello spaghetti con Tomas Milian e Giuliano Gemma, era un genere cinematografico monco. E monco specialmente in quegli elementi che a mio avviso stimolavano di più la fantasticazione e i voli della mente.
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