sabato 21 luglio 2007

The prestige


Sono rimaste in sospeso le mie riflessioni su due film che ho visto di recente. Me la cavo in fretta, almeno spero. Il primo film non mi è piaciuto per niente. Mi è piaciuto così poco che mi ha indotto a fare un gesto che considero un’eresia, cioè premere il tasto dell’avanzamento veloce del lettore dvd. In genere cerco di morire sul campo, ma di non usare quel tasto maledetto. Stavolta l’ho fatto. Il film era The prestige con Hugh Jackman. Ci sono due giovani prestigiatori a cavallo tra Otto e Novecento che si odiano e cercano di danneggiarsi in ogni modo, specie quando uno dei due è in scena. Non è un film fatto male, ma mi agitava troppo e inoltre aveva la grave pecca di trasformare, a metà del film, in cattivo e perdente il personaggio in cui ti sei identificato (nel mio caso era Jackman).
La caratteristica del film è che ogni volta che sei in scena per fare un numero di prestidigitazione capita un incidente più o meno mortale. Ogni volta che partecipi al numero della vasca piena d’acqua in cui vieni sigillato, legato o incatenato puoi star certo che morirai. Se fai il numero della pistola con proiettili a salve, puoi scommettere che quella pistola sparerà sul serio. Ho capito subito che questo film sarebbe stato una fregatura. Da quando all’inizio della storia muore la moglie di Jackman nella solita vasca d’acqua perché il collega del marito le lega i polsi con un nodo troppo professionale. Ho azionato il tasto dell’avanzamento veloce perché il film non mi prendeva, anzi mi innervosiva, ma volevo vedere come finiva. Non dico il finale, ma posso dire che l’avevo previsto all’ottanta per cento. Il venti per cento che non avevo previsto era perfino peggio delle mie intuizioni. Dato che si è fatto tardi dell’altro film parleremo un’altra volta.

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