
La tecnologia uccide il passato. Nel senso che come il progresso tecnologico ci ha reso incapaci di abituarci a vecchie condizioni di vita preindustriali; così il progresso tecnico del cinema ha distrutto la nostra capacità di godere dei vecchi film. La velocità attuale ha distrutto la lentezza antica, le colonne sonore moderne quelle di una volta. Allo stesso risultato hanno condotto i movimenti delle sofisticate macchine da presa attuali, il nuovo modo di intendere e usare la fotografia, il montaggio, gli effetti speciali. Il nuovo modo di percepire il cinema ha reso obsoleto quello di una volta. E' un bene? Siamo più contenti con il cinema attuale di come eravamo una volta con quello classico? Alcuni tipi di domande hanno la caratteristica di rifuggire a ogni tipo di risposta. E questa credo sia tra quelle.
Dirò solo una cosa. Sto vedendo un film in dvd. “Crash”, quello premiato con l’Oscar. Lo trovo ben costruito, con situazioni interessanti e psicologie non banali. Tuttavia non riesco a vederne più di dieci minuti per volta. Lo vedrò interamente in dieci tentativi o più. Trovo sgradevolissima l’ambientazione metropolitana, l’angoscia del vivere attuale, le nevrosi dei personaggi, tutto il brutto collegato alle luci della città attuali, che sono ben diverse di quelle dei tempi di Chaplin. Questo film non è un caso isolato. Ho visto di recente parecchie storie simili che mi hanno comunicato gli stessi sentimenti negativi. E’ tutto un piangersi e un parlarsi addosso. E’ tutto un susseguirsi di cupe e avvilenti vite da chat line notturne. Ho detto a mio fratello, che è quello che affitta i dvd e poi li passa a me, di non prendere per nessuna ragione un film ambientato in una metropoli attuale. Prendesse invece storie che si svolgono sotto cieli limpidi e paesaggi a perdita d’occhio, dove non si vede nemmeno l’ombra di un grattacielo.
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