
Concordo con te, cara elle, sul fatto che il film sui Fantastici Quattro non mi abbia dato le stesse emozioni del fumetto. Chiunque fossero i quattro estranei che si muovevano sullo schermo, non erano certo gli eroi della mia fanciullezza. Anche tutti gli altri film sulla Marvel hanno fallito, in tema di emozioni, allo stesso modo, con un’eccezione. I due film sull'Uomo Ragno (ora Spider-man) mi hanno regalato sensazioni che credevo dimenticate, specie il secondo.
I personaggi d Spider-Man, a cominciare da Peter Parker, non mi hanno dato l’impressione di alieni. J.J. Jameson era esattamente il giornalista avaro e simpaticamente carogna creato da Stan Lee. Anche Zia May andava piuttosto bene. Mary Jane, pur essendo fisicamente un po’ diversa dalla ragazza che ricordavo, rendeva bene la psicologia della figura originale disegnata da John Romita e dai suoi successori con la matita.
Ma la cosa che mi ha davvero stupito, l’elemento che ero assolutamente convinto che non si potesse mai riprodurre a cinema, nemmeno in modo rozzo, sono stati i voli di Spider-Man tra i grattacieli di New York appeso a una ragnatela. Le sue capriole a trenta piani dalla strada. Quegli allegri salti mortali da scavezzacollo fatti nel mezzo di battute sfrontate rivolte a nemici mortali ai poteri impressionanti.
Penso che soprattutto in Spider-Man 2 queste realizzazioni spettacolari abbiano trovato il loro apice. Sono rimasto a bocca aperta per tutto il combattimento tra l’Uomo Ragno e il suo avversario tentacolare, provando quasi il desiderio di battere la mani come un bambino quando zia May era in bilico su un cornicione, o quando il nostro eroe precipitava con molto realismo verso la strada, salvo aggrapparsi all’ultimo momento a un’asta da bandiera. Lì mi pareva davvero di riprovare antiche emozioni ormai cadute nell’oblio. :-))
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