sabato 21 luglio 2007

Il ballo nel cinema


Eccomi al commento sul cinema ballato. Non ho voglia di fare ricerche su Google quindi mi baserò unicamente sui miei ricordi. E’ incredibile che per gran parte della mia vita io abbia considerato il ballo con sufficienza (probabilmente ciò è dovuto all’apologo della volpe e dell’uva), quando i film musicali mi hanno sempre appassionato (insieme ad altri numerosi generi cinematografici, a dire il vero). Il mio discorso non può non partire da Fred Astaire, cioè da colui che è considerato a ragione il più elegante ballerino mai apparso sullo schermo. Di Astaire ricordo il tip tap e i duetti indimenticabili con Ginger Rogers, la quale a dire il vero sembrava sempre un passo indietro al Nostro. Lo collego senza alcun dubbio alla canzone “Cheek to cheek”, probabilmente il suo apice interpretativo nella canzone e nella danza. Astaire, dopo un periodo di diminuita fortuna, fu rilanciato in grande stile negli anni Cinquanta, per lo più in coppia con l’elegante Cyd Charisse. In questa sua seconda fase artistica interpretò film di maggiore spessore artistico (tra i suoi registi ci fu pure Vincente Minnelli), rivoluzionando il suo stile di danza per adattarlo ai cambiamenti di gusto. Peraltro i critici sono unanimi nel considerare Cyd Charisse una danzatrice superiore a Ginger Rogers… Tuttavia a me come ad altri il periodo d’oro di Fred Astaire è sempre parso quello dorato degli anni Trenta e del tip tap. Film indimenticabile di questa seconda fase artistica “Papà Gambalunga” con Leslie Caron (di recente ne hanno fatto pure un cartone animato con immancabile sigla di Cristina D’Aveva).

Legati agli anni Cinquanta, ci sono almeno un altro ballerino e un film indimenticabile. Il ballerino è Gene Kelly, considerato da sempre il solo vero rivale di Astaire sullo schermo. Tuttavia a me Kelly, anche si avvaleva di un tipo di danza più sofisticato e atletico e anche se i suoi film in genere avevano un livello qualitativo superiore rispetto a quelli del grande Fred, non mi è mai piaciuto troppo. Indimenticabile, si sa, la scena di “Ballando sotto la pioggia”. “Sette spose per sette fratelli” a mio modo di vedere è il più bel musical basato sul ballo che sia stato mai prodotto. Ricordo che da piccolo ne vedevo degli spezzoni, ma la televisione per motivi rimastimi ancora oscuri non lo dava mai (credo c’entrassero i diritti cinematografici). Questo film subì lo stesso ritardo nella programmazione televisiva di un altro classico, ossia “La finestra sul cortile” di Hitchcock… e quando finalmente li vidi entrambi fui immensamente soddisfatto dalla loro qualità. Considero “Sette spose per sette fratelli” un’opera perfetta nel suo genere.

Facciamo ora un balzo agli Settanta, anche se ho scordato sicuramente un mucchio di film precedenti (“West side story” non l’ho scordato, è solo che questa pur pluripremiata pellicola non mi ha mai ispirato). Qui abbiamo diversi film diventati classici “Jesus Christ Superstar” (splendide coreografie moderne e suggestiva ambientazione nel deserto israeliano, non si può non citare la canzone di Maria Maddalena, anche se ha poco a che fare con il ballo “I don’t know how to love him”). “Hair”, le coreografie migliori durante la canzone “Acquarius” o nella stessa “Hair”, ma anche nel brano in cui gli hippy saltano sul tavolo della festa di matrimonio o fidanzamento, ora non ricordo bene. “Grease”, per me è indimenticabile tutta la parte del ballo della scuola, specie quando i ragazzi si scaldano, con magnifiche canzoni d’epoca, prima della gara vera e propria. La canzone che più mi piace di questo musical (mi fa sognare sempre come se l’ascoltassi per la prima volta) è “There are worse things I could do” cantata da Betty Rizzo, leader delle Pink Ladies, quando pensa di essere incinta. Dato che il commento è ancora lungi dall’essere finito lo completo nel prossimo passaggio. Saludos por todos.

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