
Ne dico una di passaggio fuori argomento. Stasera volevo vedermi la prima puntata della "Freccia nera" data in tivvù. Mi spingeva il ricordo dello splendido e mitico sceneggiato trasmesso dalla Rai alla fine degli anni Sessanta (che annoverava grandissimi interpreti del calibro di Arnoldo Foà diretti dalla mano esperta di Anton Giulio Majano). Un giorno devo assolutamente scrivere un post su questo magnifico sceneggiato televisivo e della formidabile sigla musicale ("La freccia nera fischiando si scaglia...") che ha fulminato un'intera generazione italiana.
Dunque vado per guardare la prima puntata e noto il protagonista, tal Scamarcio, che si rivolge al padre con un sottofondo di accento romanesco che parrebbe più adatto a inveire a li mortacci nostri che a recitare Stevenson. Vabbé, mi dico, un semplice caso, non sottilizziamo troppo. Nella seconda scena si vede un'amazzone a cavallo (poco prima l'attrice che impersona il personaggio era stata intervistata a "Striscia la notizia" dimostrando un quoziente intellettivo degno di una velina) che tende l'arco e galoppando a briglia sciolta scocca una freccia... che trafigge una mela posta su un palo a un centinaio di metri di distanza.
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