sabato 21 luglio 2007

Cinema erotico di Samperi


Malizia di Salvatore Samperi è probabilmente il titolo più rappresentativo del cinema erotico degli anni Settanta, perlomeno è quello che io ricordo con più simpatia. Ancora oggi ho la netta percezione che sia stato il film più eccitante che io abbia mai visto, anche se in realtà l’apice erotico della storia consisteva nello sbirciare sotto la gonna di Laura Antonelli quando saliva su una scala per spolverare i mobili.
La trama. Il vedovo Turi Ferro si innamora della sua cameriera Laura Antonelli, che accetterà la proposta di matrimonio del pretendente solo se i tre figli di lui saranno d’accordo. Tuttavia il secondo figlio Nino - il compianto e bravissimo Alessandro Momo, morto a vent'anni nel 74 e tra l’altro dirimpettaio di Samperi - dimostra poca attitudine a considerare la Antonelli come futura madre, mentre si industria al meglio per portarsela a letto o per coinvolgerla in giochi morbosi. Alla fine la cameriera sposa il vedovo, anche se i due figli grandi dell’uomo sono ben lungi dall’avere per lei sentimenti filiali.
Ricordo che ero ben distante dall'avere l'età per vedere quel film, anche quando giunse nelle terze visioni delle mie parti. Avevo una paura fottuta di essere rimandato indietro quando mi fossi presentato a comprare il biglietto nel cinema; non avrei potuto sopravvivere all’onta di essere considerato come l’ultimo dei mocciosi. Comunque il giorno fatidico mi mimetizzai in una fila di ragazzi vocianti, quasi tutti più grandi di me e cercai di passare per uno più adulto di ciò che ero. Ogni tanto vedevo qualche ragazzino imberbe che riusciva a passare lo sbarramento opposto dalla cassiera e dalla maschera all’entrata della sala di proiezione e mi dicevo che c’era speranza pure per me. Però poco dopo riflettevo che il film era vietato ai minori di diciotto anni, mentre avevo meno dell’età che serve per comprare il latte nelle canzoni di Gianni Morandi. In qualche modo arrivai davanti alla cassiera con la nitida percezione di avvampare per la vergogna e di apparire alla stregua di un lattante. Cercavo di non guardare negli occhi la cassiera come si fa con i professori a scuola per non farsi interrogare, ma con mia somma sorpresa quella non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Ero così sollevato che lasciai tutto il resto di mancia alla maschera e fino al momento in cui mi sedetti nella sala del cinema temevo sempre che qualcuno mi gridasse dietro: dove crede di andare quel ragazzino?
Ho rivisto alcuni anni fa in televisione Malizia e mi è piaciuto. Chiaramente aveva perso molta della carica erotica che aveva trent’annii fa, ma alcune situazioni erano ancora intriganti ed eccitanti come poche, il che prova che non si deve sempre mostrare quintali di carne in movimento per generare erotismo. Una cosa che ho scoperto di recente è che la riuscitissima colonna sonora è stata composta nientemeno che da Fred Bongusto, la fotografia era di Vittorio Storaro. La scena più forte in assoluto è quando il protagonista Alessandro Momo palpeggia la vedova consolabile Angela Luce sul retro di una macchina, credo proprio al funerale del marito della Luce. Che altro? Molte attrici sensuali, quasi tutte di una certa età, dalla ricordata Angela Luce a alla stessa Antonelli. Un ottimo Pino Caruso nel ruolo di don Cirillo. Film notevole e bello, di qualità nettamente superiore alla classica commedia erotica di quegli anni.
Di Alessandro Momo ho visto pure Peccato veniale sempre di Salvatore Samperi (c’è un particolare incontro ravvicinato del quarto tipo con la solita Laura Antonelli) e l’ottimo Profumo di donna di Dino Risi (l’accoppiata Momo/Alessandro Gassman funziona molto meglio di quella del remake americano con Al Pacino). Rivedrei volentieri questi tre film.

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