sabato 21 luglio 2007

Shirley Temple


E' stata la bambina prodigio del cinema americano degli anni Trenta. Una specie di contraltare femminile dell'attore-bambino di Mamma, ho perso l'aereo, solo a livello molto, molto più grande. Nel decennio della Grande Depressione l'attrice-bambina è stata in assoluto la star di Hollywood che ha incassato di più con i suoi film, più di mostri del cinema come Clark Gable o Katharine Hepburn. Gli incassi delle sue pellicole probabilmente hanno salvato dal fallimento la storica casa cinematografica 20th Century Fox.

Eppure a me piaceva quando ormai adolescente o signorinella briosa, aveva già iniziato il viale del tramonto cinematografico (nessun bambino prodigio del cinema è mai riuscito a mantenere il successo una volta cresciuto). La ricordo nel Massacro di Forte Apache di John Ford. Efficacissima donzella piena di verve (è la figlia del cupo colonello Henry Fonda) che mette a scompiglio la regolare esistenza dei duri e impacciati giovanottoni del forte più famoso del cinema. Adorabili i suoi vezzi di giovane donna. Adorabile il doppiaggio italiano. Adorabili i suoi capricci adolescenziali, che quasi sempre provocano danni rilevantissimi, ma riparabili. Era insuperabile quando, fanciulla graziosa e piccolina (nel Massacro non arrivava alla spalla di John Wayne) faceva fuoco e fiamme ammutolendo omaccioni vissuti che si limitavano a inarcare un sopracciglio.

Anche in questo film accanto a Cary Grant è insuperabile. E’ a mio avviso la forza trainante della storia, specie quando si dà arie da gran donna vissuta e poi chiede gelati alla fragola o lecca lecca nei bar. Cary Grant non le è da meno quando la corteggia (obbligato da una sentenza del giudice Mirna Loy che vuole far passare la cotta per Grant alla sorella senza traumi) cercando invano di apparire vecchio e sorpassato. Una delle sue battute tipiche di questo film è “La donna offesa diventa una furia!” (la donna dovrebbe essere lei, mentre sullo schermo appare solo una mocciosetta capricciosa, seppur simpatica).

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